Con lo smart working che si è prepotentemente affermato durante il recente lockdown causa pandemia, anche in Italia si è cominciato a parlare, finalmente, della possibilità di risiedere lontani dalla sede aziendale e di poter lavorare da remoto.
Qualcuno, azzardando ipotesi per noi decisamente fantasiose, ha anche previsto un trasferimento in massa verso il sud Italia, dove, con gli stipendi di Milano o comunque del Nord, si riuscirebbe a condurre una vita maggiormente agiata.
In realtà il fenomeno del nomadismo digitale non è nuovo – pur se le mete italiane sono tra le meno battute al mondo.
La riprova è nelle esperienze che vengono riportate dal sito Viaggiare Lavorando, di Alessio Deidda, esperto di SEO e viaggiatore provetto che – con il suo ultimo progetto – ci da prova del fatto che chi vuole può, o meglio, che chi lo ha sempre voluto si è sicuramente mosso per tempo, senza aspettare lo smart working indotto dalla crisi COVID.
Nomadismo digitale: cos’è?
Un’espressione forse difficile da intendere, per chi non bazzica non solo internet, ma i gruppi di esperti di digital, esperti che hanno, tra i vantaggi della loro professione, quello di poter lavorare ovunque ci sia una connessione internet.
Un vantaggio che è sfruttato da molti non solo per magari prendere residenza in luoghi lontani dall’Italia e più vantaggiosi (vuoi per imposizione fiscale, vuoi per il loro essere dei veri paradisi naturali).
Da molti infatti, come nel caso di Deidda, si tratta di un vantaggio sfruttato proprio per viaggiare. O meglio, per muoversi per il mondo, computer in spalla, certi di poter svolgere il proprio lavoro in qualunque parte del mondo.
Esperienze che almeno da Alessio Deidda sono raccolte nel suo blog/sito internet Viaggiare Lavorando – un sito in crescita e che riporta esperienze di viaggio e approfondimenti culturali a uso e consumo sia del turista classico, sia appunto del wannabe nomade digitale.
Nomade digitale: dove?
In realtà non c’è limite alla fantasia. Come nel caso delle esperienze di Viaggiare Lavorando, adesso principalmente concentrate in Asia.
Nulla toglie però a tanti nomadi digitali di vivere le loro esperienze anche in Sud o Centro America, in Nord Africa, nel lontanissimo oriente o ancora nell’Est Europa.
Luoghi che sono in genere caratterizzati da un costo della vita più basso e dalla possibilità di avere comunque degli elevati standard in termini di soggiorno, di assistenza medica e anche di servizi.
Una soluzione win win per chi ha avuto la costanza per formarsi e crescere e diventare un lavoratore in grado di essere richiesto anche se non presente fisicamente sul luogo di lavoro.
Un vantaggio appunto enorme, che in molti concretizzano facendo una vita che – per moltissimi di noi – è ancora un sogno.
Fenomeno in crescita – senza che l’Italia possa però sfruttarlo
Nelle ultime settimane sono partite – in realtà su stampa scarsamente preparata sul tema – fantasie di ogni genere e sorta. Immaginifiche previsioni di orde di SEO, copywriter e esperti di digital che avrebbero preso residenza in qualche locus amoenus del sud Italia.
In realtà l’Italia – su praticamente tutti i siti dedicati al settore – è agli ultimissimi posti, soprattutto a Sud.
Impossibilità di avere delle buone connessioni internet, tasse alle stelle e costo della vita hanno fatto dell’Italia un luogo decisamente poco ospitale per chi vuole trasferirsi, da nomade digitale, in Italia.