L’Africa è nota per la diversità dei suoi paesaggi, dalle pianure immense e assolate del Serengeti alle spiagge di sabbia bianca di Zanzibar. Ma ha anche delle montagne impressionanti, molte delle quali superano i 4000 metri e sono relativamente inesplorate rispetto a quelle più note delle Alpi e dell’Himalaya.
La montagna più alta dell’Africa è l’iconico Monte Kilimangiaro, la cui sagoma piatta domina gli orizzonti del nord della Tanzania. Scalata da 30’000 persone all’anno, questa vetta di 5895 metri è tutt’altro che il segreto meglio custodito dell’Africa. Ma le scoscese e lunari montagne Rwenzori dell’Uganda, dove si trovano sei delle dieci vette più alte dell’Africa, sono forti contendenti per questo onore e dovreste considerarle se cercate territori quasi inesplorati. Potreste essere sorpresi di scoprire che la montagna più alta del nord africa, il Monte Toubkal in Marocco, con i suoi 4167 metri di altitudine non rientra nemmeno tra le prime dieci.
Eccoti, quindi, le 5 montagne più alte in Africa:
1. Kilimangiaro, Tanzania
- Punto più alto: Uhuru Peak (5895m)
- Catena montuosa: indipendente, si tratta della montagna singola più alta del mondo
- Tipo di scalata: A piedi/nessuna abilità tecnica richiesta
Ci sono diversi motivi per cui il Monte Kilimangiaro è unico. Per cominciare, è la montagna singola più alta del mondo, il che significa che non è collegata a una catena montuosa, fatto normalmente legato all’origine vulcanica. Il Kilimangiaro è anche la montagna più alta dell’Africa e, ovviamente, della Tanzania. Ha tre coni vulcanici: Kibo, il più alto, che è inattivo; poi ci sono Mawenzi e Shira, entrambi estinti. Un’altra caratteristica unica del Kilimangiaro è che l’ascesa dalla base alla vetta si snoda attraverso cinque diverse zone climatiche, dalla foresta pluviale a quella artica.
Il Kilimangiaro sarà anche alto, ma la sua scalata non richiede conoscenze tecniche di alpinismo, il che lo rende molto popolare tra i turisti. Tuttavia, non bisogna sottovalutare la sfida fisica: il trekking a un’altitudine così elevata non è un’impresa da poco. Esistono sette percorsi principali per la salita al Kilimangiaro; noi consigliamo la Lemosho Route, che offre alcuni dei paesaggi più diversi e uno dei migliori profili di salita.
2. Monte Kenya, Kenya – 5199 M
- Punto più alto: Bastian Peak, 5199m
- Catena montuosa: indipendente
- Difficoltà di salita: Richieste alcune conoscenze tecniche
La seconda montagna più alta dell’Africa è anche uno stratovulcano indipendente. Un tempo ricoperto da una spessa calotta di ghiaccio, questa si è sciolta nel corso dei millenni, creando un paesaggio di valli, picchi e undici piccoli ghiacciai in rapido ritiro a causa del riscaldamento globale. Le tre cime più alte della montagna sono Bastian (5199 m), Nelion (5188 m) e Point Lenana (4985 m). Mentre il Bastian e il Nelion richiedono conoscenze tecniche di alpinismo, Point Lenana è raggiungibile attraverso una escursione lunga e faticosa, ma fattibile per tutti.
Uno degli itinerari più popolari per salire sul Monte Kenya (fino a Point Lenana) è la Sirimon Route, un’ascesa che permette di avere una buona vista sulle cime evitando le loro creste esposte. Ma vi consigliamo anche il Summit Circuit, un trekking un po’ più lungo che vi permetterà di passare più tempo tra le creste e i ghiacciai di questo ambiente d’alta quota.
3. Monte Stanley, Uganda e Repubblica Democratica del Congo – 5109 M
- Punto più alto: Margherita Peak, 5109m
- Catena montuosa: Monti Rwenzori
- Difficoltà di salita: Trekking con una scalata in vetta
Il Monte Stanley è una montagna scoscesa dei Monti Rwenzori, soprannominati “Montagne della Luna” da un mercante greco diverse migliaia di anni fa, con diverse cime rocciose, la più alta delle quali è il Margherita Peak, a 5109 metri. Il Monte Stanley è la montagna del Rwenzori con il maggior numero di ghiacciai rimasti, anche se si sta riducendo rapidamente.
Ci sono molti itinerari per salire fino alla Cima Margherita, ma vi consiglio il Central Circuit, che traccia un percorso dai terreni agricoli di Nyakalengija (1615 m) lungo il fiume Mubuku e nel Parco Nazionale dei Monti Rwenzori. Si cammina attraverso le praterie e le cime rocciose, pernottando in rifugi di montagna lungo il percorso. È possibile raggiungere la vetta del Margherita Peak dalla capanna Elena (4.541 m) – sono necessari ramponi, piccozze e corde per attraversare il ghiacciaio. Si tratta di una salita graduale, seguita da una ripida scalata verso la cima.
4. Monte Speke, Uganda – 4890 M
- Punto più alto: Cima Vittorio Emanuele 4890m
- Catena montuosa: Monti Rwenzori
- Difficoltà di salita: Scalata
Questa montagna prende il nome dall’esploratore John Speke, che trascorse del tempo sui Monti Rwenzori durante la mappatura delle sorgenti del Nilo, anche se non scalò mai l’omonima montagna. Ha una lunga ed esposta cresta con cinque cime, la più alta delle quali è il Vittorio Emanuele Peak (4890 m).
L’ascesa alla Cima Vittorio Emanuele inizia dal rifugio Bjuku e sale su pendii rocciosi. Essendo il ghiacciaio quasi scomparso, si incontrano pochissime chiazze di ghiaccio. Tuttavia, per superare i ripidi pendii è necessario essere muniti di corde. Il Monte Speke si trova in una zona delle montagne che riceve notevoli precipitazioni, e questi acquazzoni rendono il sentiero roccioso ancora più difficile da percorrere.
5. Monte Baker, Uganda – 4844 M
- Punto più alto: Edward Peak, 4844 m | 15.892 f
- Catena montuosa: Monti Rwenzori
- Difficoltà di salita: Trekking e arrampicata su crepacci
Anche la terza tra le cime più alte dei Monti Rwenzori rientra nella nostra classifica. Raggiungere la cima del Monte Baker non è semplice, a causa dei suoi pendii frastagliati e ricoperti di ghiaccio. Detto questo, al di sotto della linea di innevamento della montagna è tutta un’altra storia: a quote più basse si cammina attraverso lussureggianti foreste pluviali, attraversate da ruscelli, e si incontrano torbiere paludose durante l’ascesa.
La vetta può essere raggiunta da Hunwick’s Camp (3974 m). La salita alla cima è di circa 4,3 chilometri e richiede dalle quattro alle sei ore. È ripida, rocciosa e sono necessarie le corde, soprattutto quando si affrontano diversi crepacci con cadute brusche. Nella stagione umida di aprile-maggio e settembre-ottobre questa è considerata una salita tecnica. L’accompagnamento di una guida è indispensabile tutto l’anno.